Il regime forfettario è uno degli inquadramenti fiscali più utilizzati dai liberi professionisti con partita IVA. Il motivo è semplice: in questo tipo di regime, nel rispetto dei requisiti previsti, si applica una tassazione agevolata del 15 per cento e al 5 per cento per le nuove attività.
Il tetto massimo di ricavi è fissato a 65.000 euro per la permanenza nel regime forfettario. Limiti che sono stati confermati anche nel 2022. Tra i requisiti per aderire al regime forfettario 2022, i titolari di partita IVA dovranno fare i conti con le cause d’esclusione, introdotte a partire dal 2019.
Vediamo quindi tutto quello che c’è da sapere se si vuole entrare nel regime forfettario nel 2022.
Regime forfettario partite IVA, chi può accedere: limiti e requisiti
L’ultima Legge di Bilancio non ha modificato i limiti e i requisiti per l’accesso al regime forfettario. Invece, il Decreto PNRR2 ha stabilito l’obbligo di fatturazione elettronica anche per tale categoria di contribuenti, prima esentata.
Per poter rientrare nel regime forfettario 2022 bisogna rispettare questi requisiti:
- aver percepito ricavi e compensi per una somma inferiore ai 65.000 euro;
- aver sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto.
- non bisogna superare i 30.000 euro per quanto riguarda i redditi da lavoro dipendente o assimilati e pensioni percepiti. Rappresentano un’eccezione i lavoratori dimessi o licenziati.
Regime forfettario 2022: come funziona e a quanto ammonta la tassazione
Innanzitutto, ricordiamo che il regime forfettario è un regime di tassazione sostitutivo dell’IRPEF, destinato alle persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni. Non soltanto il professionista che ricorre al forfettario può beneficiare di una tassazione ridotta, ma anche della riduzione dei contributi INPS e di semplificazioni ai fini IVA e delle imposte sui redditi.
Chi applica il regime forfettario, inoltre, non addebita l’IVA in fattura ai clienti, non liquida l’imposta, ed è quindi esonerato dagli adempimenti collegati, come ad esempio la registrazione dei corrispettivi e la presentazione della dichiarazione IVA.
Come viene calcolato l’imponibile nel regime forfettario? Applicando all’importo di ricavi e compensi percepiti, un coefficiente di redditività, che varia in base al codice ATECO di appartenenza. Dal reddito determinato forfettariamente si deducono i contributi previdenziali obbligatori.
A questo punto, per calcolare il pagamento delle tasse, bisogna semplicemente moltiplicare l’importo fatturato per l’aliquota fiscale del 5% o 15% e successivamente moltiplicare per il coefficiente di redditività. I Contributi previdenziali non sono inclusi nel 5% o 15% di tasse menzionate in precedenza e si pagano a parte. Non vanno considerati come una tassa visto che fanno parte dei contributi pensionistici.