Una delle principali voci di entrata dell’economia italiana, lo sappiamo bene, è rappresentata dal turismo, quell’incoming che distingue il nostro paese per professionalità, luoghi meravigliosi, cibo squisito, mare pulito.
Tutto questo, però, sembra non bastare se poi a regolamentare l’indotto che contribuisce a realizzare l’eccellenza della nostra offerta subentrano piani regionali e/o comunali capaci di annunciare momenti difficili per la gestione economica di alcuni comparti.
Analizzando la Regione Puglia, abbiamo raccolto lo sfogo tramite nota del Presidente della FederBalneari Salento, Mauro della Valle, che lamenta, a fronte del riconoscimento dell’importante voce economica del turismo, (anzi una crescita di clientela nell’agosto 2016 rispetto allo stesso mese del 2015) una mancata regolamentazione del sistema balneare, il cui comparto soffre –almeno in 45 Comuni costieri – per la necessità del cosiddetto “riordino delle fila degli ombrelloni”.
Nei piani comunali della costa del Salento tra le più frequentate in Italia e ricche di strutture ricettive e villaggi turistici (clicca qui), ed in Puglia in genere, sempre nelle dichiarazioni del presidente, si dimentica che “ogni attività di pianificazione territoriale che vuole realmente salvaguardare la propria Comunità e uno sviluppo del territorio non può demolire per costruire”.
Purtroppo pare vero che in Puglia circa l’80% dei 980 Km di costa soffre di trascuratezza che determina erosione delle spiagge, senza nessun progetto di salvaguardia degli arenili e delle coste.
Sono passati più di 11 anni dall’approvazione della Legge regionale 17/2006 che avrebbe dovuto regolarizzare il riordino del sistema balneare ma, ad oggi, non esistono ancora Piani Comunali approvati. E, purtroppo, i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Vi è poi un’ulteriore necessità sul territorio, e cioè quella di migliorare e consolidare il pacchetto completo dei servizi da offrire al turista, oltre che con la pulizia e la salvaguardia di coste ed arenili, anche con piani parcheggi, viabilità, strutture, ecc.
Il Presidente della Valle denuncia anche una cattiva gestione della comunicazione, per esempio, di quelle che sono le regole per le nuove imprese balneari, per la cui concessione è prevista una durata di massimo 6 anni, o anche che lo scorso Gennaio 2017 il Consiglio dei Ministri ha delegato il Governo a rivedere e riordinare, entro 6 mesi, le concessioni demaniali marittime, lacustri e fluviali.
Altra nota dolente, resta il mantenimento delle strutture balneari, riservando alle coste del Salento e ai suoi gestori un’impossibilità di pianificare attività e migliorie di qualità.
Per tutta questa insofferenza, e per il desiderio di risolvere la questione, lo scorso 6 marzo si è tenuto un incontro, presso la sala congressi del prestigioso Grand Hotel Tiziano, fra i vertici di FederBalneari e le Imprese associate, discutendo anche di quanto è emerso in un altro incontro recente, quello tenuto dalla stessa Federazione a Roma con il Ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa.
Confidiamo nella risoluzione per la comunità costiera salentina e di tutta la Puglia, al fine di regolarizzare una materia certamente complessa e che coinvolge, oltre al lavoro di tante persone impegnate a mantenere le bellezze del proprio territorio, anche tutti noi che delle spiagge pugliesi siamo piacevolmente ospiti e ne vogliamo continuare ad ammirare natura e strutture sempre al top.