Negli ultimi anni il comparto farmaceutico è cresciuto a dismisura, tanto che moltissimi sono stati gli imprenditori americani a investire nel nostro Paese, perché questo settore ha di gran lunga superato la fase di crisi ed è attualmente proiettato verso una collaborazione europea.
Al giorno d’oggi l’Italia è solo seconda dopo la Germania, ma i presupposti per diventare i primi in questo campo sono davvero molti.
Durante gli ultimi anni la produzione dei prodotti farmaceutici è aumentata in maniera regolare in controtendenza con la media del manifatturiero italiano che, nello stesso lasso di tempo ha registrato un segno non positivo del -7%. Persino i dati relativi all’occupazione sono contrassegnati con il segno +. Negli ultimi due anni ci sono state moltissime nuove assunzioni, con rilevanti investimenti in tecnologia, tali da affermare che in Italia l’industria 4.0 non è più un’illusione.
E, di sicuro sono presenti diverse multinazionali che investono nel nostro Paese per la preparazione dei responsabili, la competenza delle imprese e l’eccellenza dei grandi centri relativi all’indotto. Anche riguardo a questo fronte i segnali sono positivi, specialmente sul versane clinico. In soli due anni, infatti, gli investimenti negli studi clinici sono incrementati del 20% aggiudicandosi percentuali di mercato nel settore europeo.
Per giunta deve essere anche registrata una progressiva specializzazione nel biotech, nella produzione degli emoderivati e dei vaccini, dovuta al trasferimento in Italia di intere linee di produzione di farmaci rivolti al mercato mondiale.
Moltissimi sono, inoltre, i risultati di eccellenza ottenuti anche nelle terapie delle malattie rare. Ci riferiamo a risultati che per adesso devono essere ancora consolidati, ma grazie a una nuova governance è possibile valorizzare l’innovazione e rendere il nostro Paese ancora più attrattivo.
Tuttavia, per questo nuovo trend di successo, migliaia di ricercatori hanno dovuto interrompere molti progetti di discovery che sono stati portati avanti grazie a consolidate competenze, per potersi dedicare ad altre attività.
E’ anche vero che, a livello di categoria Morningstar non ci sono state grandi soddisfazioni per quest’anno, con il -9,27% in euro dall’inizio dell’anno, rispetto al 2015. Tuttavia, nel settore sono presenti opportunità davvero interessanti. Le società farmaceutiche e biotech non hanno interrotto la loro politica di prezzi che, maggiormente gli conviene; le fasi di sviluppo e ricerca continuano a tempo pieno e la frequenza di fusioni e acquisizioni procede costantemente.
Tuttavia, dal punto di vista operativo, di consiglia di non tuffarsi completamente nel comparto della salute. Infatti, l’analista Laura Lallos, sostiene che la concentrazione settoriale è comunque un’operazione di elevato rischio, considerando anche che l’healthcare è un campo tipicamente in crescita, quindi risulta opportuno mirare a fondi che detengano una discreta diversificazione geografica e che abbiano almeno una quota fra il 20% e il 25% di società farmaceutiche. Se tutto ciò viene unito a buoni rating che, pur non assicurando sulle prestazioni future, sono considerati comunque indici di buone gestioni da poter ripetere nel tempo.
Diversi sono gli strumenti venduti nel nostro Paese con questo tipo di caratteristiche, come Comgest Growth Europe R Eur Acc. Il settore healthcare vanta di un peso del 24% sul totale del portafoglio verso una media di categoria non superiore al 18%. Decidere di interessarsi a questo settore, anche con grande interesse, non è una novità. Infatti, alcuni titoli, come Roche e Novo Nordisk si trovano nel portafoglio rispettivamente dal 2002 e 2007. Una delle caratteristiche relativa allo strumento è la bassa volatilità, uno dei maggiori fattori che ha dimostrato specialmente tra il periodo del referendum che ha portato alla Brexit.
Tra gli altri fondi che hanno fatto dell’assistenza sanitaria un segmento da seguire con interesse è Fidelity European Dynamic Growth E-Acc Eur. Il direttore, in questo caso, vanta di un approccio più selettivo che gli permette di evitare le aziende più grandi che, secondo la sua idea, dispongono in pipeline prodotti che, per le legislazioni troppo persuasive in determinate regioni, rischiano di non poter giungere sul mercato. Persino per questo portafoglio l’healthcare non è una novità temporanea. Grifols è entrata a far parte degli asset verso la fine di ottobre 2011, mentre Novo Nordisk risale al 2008.
La salute è un valido affare, e soltanto i ricercatori credono nel loro lavoro, perché fanno sacrifici, il più delle volte con poche entrate, mentre l’intera struttura alle loro spalle, come le industrie farmaceutiche, puntano all’utile. Al giorno d’oggi conviene, quindi, investire in salute perché solo questa ci permette di avere una resa garantita. Molti per la salute s’indebitano e il guadagno che ottengono è grande e sicuro. Inoltre, togliendo questo settore allo Stato e alle regioni, dandolo ai privati, è possibile avere maggiori risparmi nella spesa pubblica.
Negli ultimi anni si è registrato un maggiore interesse relativo alle azioni del settore healthcare quotate nella Borsa italiana. Questo settore azionario è risultato uno dei migliori ambiti d’investimento almeno per quanto riguarda gli ultimi anni, poichè ha segnato un risultato superiore all’indice azionario globale. Il settore della salute ha dimostrato di essere una delle tante opzioni di investimento maggiormente attrattiva specialmente se si tiene presente l’orizzonte temporale del lungo termine in quanto si prevede per l’healthcare un trend non negativo per il futuro che si caratterizzerà per un trend al rialzo dovuto alla composizione della popolazione. Se andiamo a esaminare il settore della salute, la crescita di questo ambio è stata sostenuta principalmente dalle novità scientifiche relative ai prodotti farmaceutici, generando così l’aumento degli utili e l’incremento delle valutazioni.
Tuttavia, coloro che decidono di investire in azioni del settore healthcare devono prestare maggiore attenzione perché, il più delle volte i farmaci richiedono molti anni di sviluppo e questo potrebbe far diventare “vecchio” il nuovo farmaco quando verrà commercializzato. Quindi, per poter investire in maniera redditizia in questo settore, è consigliato informarsi prima sui tipi di farmaci che verranno introdotti sul mercato.
Investire in un’azienda che ha prodotti farmaceutici di successo solitamente è molto sicuro, ma con il limite di brevetti nell’ambito farmaceutico per l’approvazione delle autorità sanitarie è come porre la propria scommessa su un cavallo che ha già raggiunto la vittoria durante la giornata: potrebbe vincere nuovamente oppure potrebbe sentirsi poco in forma per farlo di nuovo.
Quindi le aziende migliori su cui investire sono quelle che realizzano prodotti relativi a una particolare classe di malattie, come virus o tumori che attaccano il sistema nervoso, il cuore, la pelle ecc. E’ possibile anche investire in aziende che producono farmaci per malattie che colpiscono i bambini o gli uomini anziani. In questo modo è possibile avere l’opportunità di diversificare l’investimento in tale settore.