Addentriamoci curiosi nel mondo dell’industria, e della trasformazione, per capire cosa sono le macchine utensili e come queste vengono impiegate sia in veri e propri cicli produttivi, sia per singole lavorazioni. Le macchine utensili sono utilizzate per eseguire specifiche lavorazioni su diverse tipologie di materiali. Generalmente, sono macchine a motore che operano su postazione fissa.
Entrando più nel dettaglio e analizzando le teorie degli esperti del settore in merito alle macchine utensili, è possibile suddividerle in due diverse categorie, seguendo quella che è una definizione in senso stretto di tali macchine, ovvero una definizione più ampia. Infatti, nella prima categoria rientrano soltanto le macchine utensili impiegate unicamente per trasformare un oggetto mediante l’asportazione di trucioli; una categoria che può essere ampliata (accezione estensiva) includendo anche altre tipologie di macchine utensili e dando vita ad un’ulteriore classificazione: macchine convenzionali per l’asportazione di trucioli, macchine convenzionali che operano per deformazione plastica e macchine utensili non convenzionali.
E per meglio capire la differenza tra le tre categorie appena elencate è necessario fare un’ulteriore precisazione: le prime, grazie all’asportazione del truciolo, permettono di conferire all’oggetto forma e dimensioni a proprio piacimento; le seconde, invece, non prevedono perdita alcuna di materiale (es. pressatura, punzonatura, stampaggio, ecc.); le ultime, invece, rientrano in quella che può essere definita come moderna industria, quella della tecnologia, poiché attraverso energia luminosa, elettrica, chimica e altro, permettono di trattare i nuovi materiali, sono dei macchinari adibiti al taglio e alla lavorazione dei metalli e sono quindi atti a soddisfare le richieste della più avanzata tecnologia. Fatto sta che le macchine utensili sono adoperate per trasformare un oggetto, indipendentemente dal materiale che lo caratterizza.
Impiego delle macchine utensili
Lo sviluppo industriale e quello delle costruzioni meccaniche di massa in particolare hanno fatto aumentare la richiesta di macchinari più adeguati, in termini di precisione della lavorazione e di velocità di operazione. Ecco che anche le macchine utensili, pur mantenendo nel complesso la loro originaria forma, hanno subito una evoluzione di non poco conto, che le ha rese ancor più sofisticate, con una maggiore precisione di lavoro. (Ecco qui una selezione di macchine utensili suddivise per tipologia). Ma, come funzionano queste macchine utensili?
Come detto in precedenza, le macchine utensili sono dotate di motore elettrico e sono in grado di effettuare diverse lavorazioni (tornitrici, limatrici e piallatrici, trapanatrici, fresatrici, rettificatrici, seghe elettriche, presse piegatrici) grazie all’impiego di utensili. Questi ultimi sono degli attrezzi che si presentano con una struttura più resistente del materiale sul quale verrà fatta la lavorazione: ecco perché sono in grado di penetrarlo, scalfirlo o tagliarlo.
Per poter effettuare una delle operazioni prima elencate è necessario che tra il pezzo e l’utensile ci siano una serie di moti di lavoro: quello di taglio (permette di penetrare, scalfire, tagliare, ecc.) e il moto di avanzamento (o alimentazione), che assicura la continuità dell’operazione che si sta eseguendo.
Date le normali e incessanti sollecitazioni, anche di un certo livello, che avvengono durante le fasi di lavorazione, ogni macchina utensile deve essere progettata in modo tale da garantire il massimo in termini di sicurezza, con riguardo al materiale sul quale si andrà ad operare. Quindi, è necessario non solo conoscere i fenomeni che si verificano durante la lavorazione, ma anche le specifiche proprietà del materiale lavorato. Quello che si deve venire a creare è un perfetto equilibrio tra i diversi fattori, che deve perdurare per tutta la lavorazione.