Il cicloturismo è una forma di villeggiatura che si sta diffondendo sempre più per chi ama la 2 ruote e il senso di libertà che trasmettono.
In bicicletta il Salento diventa “a portata di mano”, in quanto il territorio si presta a essere visitato sopratutto sulle due ruote perché è pianeggiante e ricco di sentieri, strade e strutture per il pernottamento, come antiche masserie e pajare, che sono ideali per i cicloturisti.
Il cicloturismo nel Salento ha visto negli ultimi anni uno sviluppo interessante per coloro che vogliono abbinare alla vacanza un’esperienza in bicicletta, per conoscere il territorio da un punto di vista nuovo, più veloce o lento, a seconda dei punti di vista e delle soste che si vogliono fare.
Gli itinerari per il cicloturismo nel Salento non mancano e ve ne suggeriamo alcuni da intraprendere in base alle località che vorrete toccare e alla distanza che avete intenzione di percorrere.
L’itinerario Porta d’Oriente da Maglie a Otranto
Il percorso da Maglie a Otranto, detta appunto Porta d’Oriente in quanto è la città più a est d’Italia, è fatto di un fitto bosco soprattutto con olivi secolari, che già dicono tanto sull’economia di questa parte di Puglia basata anche sulla produzione del pregiato oro giallo. Non c’è pericolo di perdersi, perché tutte le stradine per i cicloturisti sono asfaltate e, se anche prenderete strade diverse, incontrerete comunque pittoresche masserie, i tipici muretti a secco e le tracce di una Puglia arcaica, con i resti dei menhir e dolmen, decisamente numerosi da queste parti. Sono resti archeologici misteriosi che risalgono a una popolazione antichissima, quella dei Messapi, di cui sono state rinvenute anche necropoli e tombe ipogee davvero affascinanti.
Il percorso però prevede anche di attraversare pittoresche piazze, dove sostare per visitare chiese e monumenti.
Partite dunque da Maglie e al km 8.7 prendendo la SP 235 e poi uno sterrato per raggiungere la famosa Grotta San Giovanni. Qui il 24 giugno di celebra la festa con reminiscenze pagane, riti propiziatori per la fertilità e per trovare l’anima gemella. La messa si celebra ancora oggi con rito greco-bizantino.
Al km 10.6 incontrerete tra gli ulivi il famoso “Masso della Vecchia” che la leggenda vuole sia stato sollevato da Ercole, il quale lo pose in terra in equilibrio, in modo che solo sfiorandolo con un dito poteva essere spostato.
Al km 12.5, continuando su una strada non asfaltata, si incontra una masseria detta “delle 4 macine” e proseguendo sulla sinistra si intravede un complesso di dolmen detto “Stabile” e altri massi, collocati in corrispondenza dei moti astrali. Secondo gli studiosi questa disposizione è paragonabile a una sorta di Stonehenge all’italiana.
La strada prosegue su quella principale, dalla quale il cicloturista potrà ammirare altri complessi di menhir e dolmen, quasi a distinguere il paesaggio che è molto ripetitivo e sempre somigliante. A Giurdignano c’è il Giardino megalitico con pietre che sono anche più alte di 3 metri.
Qui potete sostare per visitate la cripta di San Salvatore, risalente al XI secolo. C’è anche un esempio di frantoio di un tempo detto “Trappitu de li duca” che è stato ricavato dalla roccia viva ed è un segno distintivo di quanto l’attività contadina era ed è importante per questa regione.
Dal km 22, 5 Otranto non è lontana, se si segue il letto del famoso “Canale di Carlo Magno”. Otranto è favolosa da visitare con il suo castello Aragonese, il centro storico sul mare e la cattedrale che conserva un mirabile mosaico medioevale. Da qui potete riprendere il treno delle Ferrovie del Sud-Est che è predisposto anche per il trasporto in bici.
Da Lecce a San Donato
Lecce è la città per eccellenza dalla quale partire per il cicloturismo nel Salento e per apprezzare i suoi tesori archeologici e di capitale del tardo Barocco.
L’itinerario fino a San Donato è di circa 35 km e si parte proprio da Piazza Sant’Oronzo, quella centrale della città salentina, dove si trova una parte visibile (circa un quarto) dell’Anfiteatro romano risalente al II secolo d.C. e dove si ammira anche la colonna con la statua omonima della piazza con il santo protettore. Più avanti si trova il teatro Romano, costruito tra il I e il II secolo a.C. Dopo piazza Duomo si incontrano le chiese più belle della città, tra cui Santa Croce e San Matteo.
Fate una sosta presso il Museo Provinciale Sigismondo Castromediano, che si trova in Via Lo Re e, subito dopo, imboccate la strada per San Pietro in Lama. Sulla strada per il centro abitato c’è il famoso sito archeologico di Rudiae, con i resti di un anfiteatro del IV sec. a. C., del ninfeo e degli ipogei. Da qui la strada si immerge nella natura di questi luoghi dominati dagli alberi e dai prati verdi intervallati, come sopra, da muretti a secco, masserie, vecchie case rurali a struttura conica (pagghiari).
Sulla strada vecchia per San Donato si incontra la Tenuta dei Totari, un casino di caccia in stile gotico, che affascina e più avanti, salendo su una strada con una certa pendenza, si arriva alla Masseria Insarti, che oggi è in ristrutturazione e alla quale sono annesse una vecchia chiesetta, usata come cappella di famiglia, e una colombaia a torre.
Un’altra masseria non lontana ha vicino un’antica e piccola chiesa detta “della Madonna della Gigliola” e si è già nel territorio pertinente a San Donato.
Sulla strada si può ammirare quello che rimane delle vecchie mura di cinta e anche il Palazzo Baronale costruito nel XVIII secolo e che potrebbe essere visitato dietro richiesta di permesso ai suoi proprietari.
Lungo la strada ci si imbatte anche nel Feudo di Ussano nonché interessante area archeologica con la presenza di menhir e dolmen, ma anche i resti di antiche tombe.
A Cavallino si entra attraversando un arco che porta al centro storico, dove si trova la Chiesa della Vergine Assunta che fu edificata nel 1787. Il palazzo Marchesale è una delle bellezze di questo centro salentino, che testimonia l’architettura del XV secolo.
Usciti dal centro si incontrano i resti su un’area molto vasta circa 4 km dell’antica Cavallino di origine messapica.
L’ultimo tratto del nostro itinerario vede la presenza di un’altra masseria, quella Bernardini, oggi trasformata, come tante altre nel Salento, in una struttura ricettiva molto elegante e immersa nella campagna e nella tranquillità. A questo punto si può rientrare a Lecce prendendo via Leuca.
Le bellezze del Salento attraverso il cicloturismo
Questi sono solo 2 itinerari abbastanza lunghi per fare cicloturismo nel Salento, ma molti altri sono i luoghi da poter visitare per ammirare quante bellezze riesce a riservare questo territorio, vedi Gallipoli, Porto Cesareo, Ugento ect..
Il cicloturista per sua natura non si stancherebbe mai di andare alla scoperta di nuovi luoghi e il Salento è anche sicuro, perché c’è poco traffico e la maggior parte delle strade da percorrere sono asfaltate e comunque lontane dai grandi flussi.